Marrakesh. The city of a thousand and one nights. It is a city that envelops you with its medina walls, and its tunnels with walls as red as the earth in the sun, in an infinite labyrinth of streets. Narrow streets, alleys with no exits, roads towards perdition, it seems the description of Dante's hell in a circle to atone for God knows what fault. Like Egypt, perhaps more. In this Dante canton there is more malice than the Egyptian one. Roads that get lost in a labyrinth that hides all his order and his harmony. The center, the beating heart of Marrakesh, is Jamaa’a el Fna. You arrive by peering through the rows of stalls, trying to understand its meaning, its magic so acclaimed by so many travelers, transforming itself into an open-air circus. But at first I could not see that magic. I saw only a lot of Moroccans ready to convince you to sit at their stall, a little threatening, with tourists eating dishes that looked a bit poor. Dishes, meat and vegetables displayed equally in all the stalls, defying any hygiene norm in that filth. At first, I was just thinking about what I had in mind of returning to an Arab country so soon, which, as you can see, I didn't miss it. Then those of the stall where we were sitting started playing and intoning Moroccan music also to gnaw the stalls next to them for the mastery of having attracted a little more customers and that feeling started to fade.
As long as you resist, you will not appreciate, it is always like this.
You are sitting in a square in a new country, let yourself go.
And if you get lost, Marrakesh surprises you. You discover that within a thousand alleys of perdition there are thousands of hidden gardens that seem to have come out of paradise, and magnificent and simple architecture at the same time. Marrakesh is hidden. Open a door and discover a world within a world.
As a matter of fact, one of the major attractions of the city is called Jardin Secret, the secret garden, which is located within the medina. Open a door and you are in an earthly paradise with plants from all over the world, giant cacti and flowing water. Marrakesh is the color of the arid earth, the color of the red earth, the color of the sky. You move a little outside the medina and discover Le Jardin Majorelle, the legacy left by Yves Saint Laurent and his partner who wanted to create their corner of paradise with an exotic garden that surrounds a building with blue and yellow hues next to a museum that tells the story of his fashion house, enriched by passages of the history of Berber fashion and jewels in a surreal atmosphere. Moving a little outside the medina, discover Palais el Badi, where the narrow streets of Marrakesh give way to immense spaces, in a castle from the 1500s that is today the abode of quiet and storks. Marrakesh is also the discovery of riads, guest houses and small hotels that will leave you breathless, all to be discovered so you will be spoiled for choice when booking one, where you can enjoy breakfast in the morning with delicious pancakes and fresh made jams. Above all, Marrakesh is the discovery of the souqs, colorful and with a lot of quality craftsmanship where to get lost, finally flowing into the spice square, where you can sip a good mint tea, or a fresh mint lemonade in the hottest hours of the day.
At the Nomad restaurant, which overlooks the square, they offer hats to shelter from the sun by eating an excellent course of typically made beef, cooked in the tajine, a conical-shaped ceramic pot, which allows excellent cooking rich in aromas.
Marrakech, la città delle mille e una notte
Marrakesh. La città delle millle e una notte. È una città che ti avvolge con le sue mura della medina, con i suoi cunicoli con le mura rosse come la terra al sole, in un labirinto infinito di strade. Stradine, vicoli, stradine chiuse e senza uscite, stradine verso la perdizione, sembra la descrizione dell’inferno di Dante in un girone ad espiare Dio solo sa quale colpa. Come l’Egitto, forse di più. In questo cantone dantesco c’è più malizia di quello egiziano. Strade che si perdono in un labirinto che cela tutto il suo ordine e la sua armonia. Il centro, il cuore pulsante di Marrakesh è Jamaa’a el Fna. Si arriva scrutando tra le fila di bancarelle per capire il suo senso, la sua magia così acclamata da tanti viaggiatori, trasformandosi in un circo a cielo aperto. Ma all’inizio quella magia non la vedevo. Vedevo solo tanti marocchini pronti a convincerti a sederti alla loro bancarella, un po' minacciosi, ed insieme turisti seduti a mangiare piatti un po' scadenti.
Piatti, carne e verdure esposti in bella mostra ugualmente in tutte le bancarelle, sfidando qualsiasi norma igienica in quel sudiciume. All’inizio pensavo solo cosa mi era venuto in mente di tornare cosi presto in un paese arabo, che proprio, si vede, non mi mancava. Poi quelli della bancarella dove eravamo seduti hanno iniziato a suonare ed intonare musiche marocchine anche per fare rosicare le bancarelle accanto per aver avuto la maestria di aver attirato un po' più di clienti e quella sensazione si è affievolita. Finchè opporrai resistenza, non apprezzerai” è sempre così. Sei seduto in una piazza in un paese nuovo, lasciati andare.
E se ti perdi, Marrakesh ti sorprende. Scopri che all’interno di mille viuzze di perdizione esistono migliaia di giardini nascosti, che sembrano essere usciti dal paradiso, ed architetture magnificenti e semplici allo stesso tempo. Marrakesh si cela. Apri una porta e scopri un mondo all’interno di un mondo.
Non per altro una delle maggiori attrazioni della città si chiama Jardin Secret, il giardino segreto, che sorge all’interno della medina. Apri una porta e ti trovi in un paradiso terrestre con piante provenienti da tutto il mondo, cactus giganti e acqua che scorre. Marrakesh è il colore della terra arida, il colore della terra rossa, il colore del cielo. Ti sposti un po' fuori dalla medina e scopri Le Jardin Majorelle, l’eredità lasciata da Yves Saint Laurent ed il suo compagno che hanno voluto creare il loro angolo di paradiso con un giardino esotico che circonda un edificio dalle tinte blu e gialle accanto ad un museo che racconta la storia della sua casa di moda, arricchita da passaggi di storia della moda berbera e gioielli in un’atmosfera surreale, da scoprire.
Spostandoti un po' fuori dalla medina scopri Palais el Badi, dove le viuzze di Marrakesh lasciano spazio a spazi immensi, in un castello del 1500 che è oggi dimora di quiete e cicogne. Marrakesh è anche la scoperta dei riad, case per ospiti e piccoli hotel che ti lasceranno senza fiato, tutti da scoprire per cui avrai l’imbarazzo della scelta al momento di prenotarne uno, in cui assaporare la colazione alla mattina con buonissime frittelle e marmellate fatte in casa.
Soprattutto, Marrakesh è la scoperta dei souq, variopinti e con tantissimo artigianato di qualità in cui perdersi sfociando infine nella piazzetta delle spezie, dove sorseggiare un buon tè alla menta, oppure una limonata fresca alla menta nelle ore più calde della giornata. Al ristorante Nomad, che sovrasta la piazza offrono dei cappelli per ripararsi dal sole mangiando un’ottima portata di carne di manzo fatta tipicamente nel tajine, pentola di ceramica a forma conica, che permette un'eccellente cottura ricca di aromi.
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